La Foresta Fossile di Dunarobba, nel territorio del comune di Avigliano Umbro (TR), costituisce uno dei più importanti siti geo-paleontologici dell’Umbria e dell’intera Italia centrale. Nonostante la recente scoperta del sito, avvenuta nel 1980 nei pressi della Fornace Briziarelli durante le attività di estrazione dell’argilla per fini industriali, la presenza in zona di resti fossili vegetali era già stata segnalata da famosi studiosi italiani nel corso del ‘600.
La scoperta della Foresta Fossile
Il naturalista Federico Cesi (Roma 1585-Acquasparta 1630), fondatore a Roma della più antica accademia scientifica d’Europa, l’Accademia dei Lincei di Roma, rinvenne in questi terreni numerosi resti di tronchi fossili “di mezza natura fra le piante ed i metallici”. Ad interessarsi di tali campioni fu anche lo studioso fabrianese Francesco Stelluti, altro membro dell’Accademia dei Lincei, che proseguì gli studi del Federico Cesi pubblicando nel 1637 a Roma un importante trattato sui “Legni fossili dell’Umbria meridionale”.
I fossili vegetali di Dunarobba
Oggi il sito della Foresta Fossile di Dunarobba, tutelato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria e dall’Amministrazione Comunale di Avigliano Umbro, rappresenta una “finestra” aperta sui paleoambienti del Pliocene superiore/Pleistocene inferiore del ramo sud-occidentale del Bacino Tiberino. Nel sito sono stati rinvenuti, immersi nelle argille lacustri, una trentina di porzioni basali di tronchi di grandi conifere della famiglia delle Taxodiaceae, riferibili al genere Glyptostrobus, alcuni dei quali caratterizzati da diametri di 0.5-2.5 metri e da un’altezza di 2.0-8.0 metri. Tali tronchi presentano uno stato di sub-fossilizzazione dei tessuti lignei del tutto particolare, essendo stati sepolti e protetti nel corso del tempo da spesse coltri impermeabili di sedimenti argillosi. Nelle argille inglobanti i tronchi e nei loro pressi sono stati anche rinvenuti altri resti vegetali (pollini, frutti, semi, foglie) e numerosi fossili di molluschi Gasteropodi e Bivalvi, tipici di acque dolci lacustri e palustri, appartenenti ai generi Planorbarius, Prososthenia, Lymnaea, Viviparus, Emmericia, Melanopsis ed Anodonta…
Interpretazione paleoambientale del sito
Dalle argille di Dunarobba provengono fragili resti di insetti appartenenti agli ordini Odonata, Ephemeroptera e dei Diptera Nematocera, attribuibili alla famiglia dei Tipulidae, organismi legati alla presenza di zone umide, in particolare di stagni e paludi, alle quali sono vincolati durante lo stadio larvale. Nel sito non sono stati mai rinvenuti sino ad ora resti fossili di vertebrati che invece caratterizzano molte altre limitrofe località di interesse paleontologico dell’Umbria sud-occidentale. L’intero quadro paleoambientale che emerge dai vari studi di carattere sedimentologico, paleobotanico e paleozoologico effettuati nel sito nel corso degli ultimi anni ci riporta ad un ecosistema forestale di clima temperato-umido dominata da grandi e maestose conifere quali erano quelle del genere Glyptostrobus e molte specie di latifoglie. L’ecosistema si sviluppatava lungo le basse coste paludose di un ampio bacino lacustre databile a circa 2.000.000 di anni fa.
Il proseguimento e l’approfondimento delle attività di ricerca potrà aggiungere nuovi elementi per una maggiore comprensione degli aspetti geologici e paleobiologici del sito e magari anche consentire una profonda revisione dei dati finora acquisiti. Il sito della foresta fossile di Dunarobba è attualmente aperto al pubblico e nei suoi pressi è stato attivato un centro visite ed un laboratorio di paleontologia vegetale, gestiti da una cooperativa locale in accordo con il Comune di Avigliano Umbro.
Per approfondire
Barili A., Basilici G., Cerquaglia Z. & Vergoni S. (2008). Foresta Fossile di Dunarobba. Ediart Editrice, Todi, 64 p.
Basilici G. (1997). Sedimentary facies in an extensional and deep lacustrine depositional system: the Pliocene Tiberino Basin, Central Italy. Sedimentology, 109: 73-79.
Cerquaglia Z. (1996). La Foresta Fossile di Dunarobba. Ediart, Todi, 106 p.
Martinetto E. (2000). Paleocarpologia dei depositi continentali di Dunarobba. In La Foresta Fossile di Dunarobba: Contesto Geologico e Sedimentario. Ediart, Todi: 107-109.
Pontini M.R., Barili A., Gentili S. & De Angelis M.C. (2006). Un patrimonio paleontologico: la Foresta Fossile di Dunarobba (Terni, Umbria, Italia centrale). In A. Borri (ed.), Lignea materia, studi sulla conservazione ed il restauro del patrimonio artistico ed architettonico ligneo. Quattroemme, Perugia: 169-178.
Testo: Angelo Barili e Sergio Gentili
Fotografie: Marcello Castrichini